Uno
studio sul significato spirituale del Tabernacolo
- a cura del
Centro Comunitario Evangelico Castellanza (VA) -
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Capitolo 4:
Camminare nella luce
««E
chiunque ha questa speranza in Lui, si purifica
comEgli è puro»
(1 Giov.3:3)
1.
La realtà della
nostra vita
2.
Il lungo cammino
di Zaccheo
3.
La conca di rame
4.
I piedi di
Pietro
5.
Il cammino nella
luce
6.
Lo specchio
7.
Perchè il
risveglio non viene
1.
La realtà
della nostra vita
Abbiamo visto il
significato del Golgota: lì, Cristo ha cancellato
completamente il passato peccaminoso di quelli che si
sono rifugiati in Lui. Inoltre li ha resi perfetti
dando loro la Sua propria giustizia e perfezione (Ebr.10-14).
Quanto è grande la nostra gioia una
volta che noi capiamo ciò!
Sappiamo che allocchio di Dio è come se non
avessimo mai commesso un solo peccato.
Sappiamo inoltre che allocchio di Dio è come
se noi stessi avessimo operato tutta la giustizia,
dimostrato tutto lamore e compiuto tutto il
perfetto sacrificio che in realtà è stato compiuto
solo da Gesù.
Sappiamo che il Padre celeste ci ama con lo stesso
amore con cui ama il Suo unico Figlio.
Siamo stati accettati nella
famiglia di Dio.
Siamo nuove creature,
santi e puri ci fai Tu.
Quale piena redenzione:
siam perfetti in Te, Gesù!
Ricchi in Te, di gloria in gloria
vuoi condurci, Re dei re,
finché in muta adorazione
Ti vedremo come sei.
Sì, la nostra
gloria in Cristo è grande! Abbiamo e siamo tutto in
Cristo!
Ma
... con vergogna dobbiamo riconoscere che da noi stessi
non cè nulla di buono. Guardiamo alla vita che
abbiamo condotto nel passato e arrossiamo. Quante cose
devono essere messe a posto!
Con delle furberie ci siamo arricchiti a spese del
nostro padrone di lavoro.
Abbiamo frodato nelle dichiarazioni del reddito.
Abbiamo
causato danni, e eravamo allegri che nessuno
laveva visto. Siamo scappati senza dire niente
a nessuno.
Abbiamo ingannato la nostra moglie e il nostro marito.
Abbiamo detto tante bugie.
Tempo
fa, tutto ciò ci sembrava così normale. Tanto, tutti
facevano così! Ma adesso cominciamo a vedere queste cose
come le vede Dio.
Quanti disastri
abbiamo combinato! Cosa dobbiamo fare?
2.
Il lungo
cammino di Zaccheo
Zaccheo sapeva ciò che
doveva fare, Disse a Gesù: «Ecco, la metà dei miei beni la do
ai poveri, e se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo
il quadruplo». Da questo Gesù
riconobbe che Zaccheo era veramente stato salvato (Luca 19:8-10).
E
così Zaccheo intraprese una lunga passeggiata attraverso
Gerico e forse anche fuori della città.
Quanto
fu difficile confessare tutto!
Con
piedi di piombo entrò nelle case delle sue vittime,
ma con gioia ne uscì.
Il
suo portafoglio si fece sempre più leggero, e così
anche il suo cuore.
Alla
fine non aveva più soldi, ma la sua anima era ricolma di
gioia.
Zaccheo
rese il quadruplo. Forse dobbiamo noi rendere di più,
vista la svalutazione continua dei soldi. Dieci lire di
una volta equivalgono forse a cento lire di oggi!
Se ci siamo
veramente convertiti a Cristo, il lungo cammino di
Zaccheo sarà anche il nostro cammino.
Le
bestemmie e i peccati commessi contro Dio
dobbiamo confessarli a Dio.
E
i peccati, le bugie e linfedeltà commesse
contro gli uomini dobbiamo confessarle agli
uomini.
Dobbiamo
restituire ciò che abbiamo frodato, rubato o
preso in prestito.
Solo così possiamo
fare piazza pulita del nostro passato, e permettere a
Dio di continuare la Sua opera in noi.
«Chi copre le sue
trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le
abbandona otterrà mi-sericordia» (Proverbi 28:13).
Solo
abbandonarle non basta. Bisogna anche confessarle.
Solo confessarle non basta. Bisogna anche
abbandonarle.
3.
La conca di
rame
Abbiamo lasciato dietro a noi laltare degli
olocausti; davanti a noi cè la conca di rame
piena dacqua.
Non cè tanta gente.
Siamo entrati nel territorio
dove soltanto i Leviti possono stare.
I sacerdoti usano lacqua
della conca per lavarsi le mani e i piedi, ogni volta che
devono fare servizio nel santuario, o offrire un
sacrificio sullaltare (Esodo 30:17-21).
Lo
sporco e la polvere che si attaccano così facilmente
devono essere tolti ogni giorno ripetutamente.
Solo così il
sacerdote può fare il suo servizio allEterno
senza morire.
La conca ci parla
della purificazione quotidiana della nostra vita
pratica.
Sul monte Golgota
abbiamo ricevuto perdono e giustificazione. Il
nostro passato è stato cancellato dal sangue di
Gesù.
Abbiamo percorso il cammino di Zaccheo,
cercando di rimediare ai guai causati al
nostro prossimo, Ci siamo sentiti tanto
alleggeriti, innocenti e puri come piccoli
bambini, sperimentando una felicità
sconosciuta ... fino al momento che,
allimprovviso, siamo
ricaduti nel peccato.
Ci siamo di nuovo adirati, dalla nostra bocca
è uscita una menzogna, o forse il vizio di
prima ci ha di nuovo sopraffatti.
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Prima di entrare nel
Regno di Dio non ne avremmo fatto caso, ma adesso ci
sentiamo sporchi e colpevoli, infangati e indegni. Il
sole non brilla più nel nostro cuore e la nostra
coscienza ci accusa.
Ecco il nostro problema!
Cosa dobbiamo fare?
4.
I piedi di
Pietro
Pietro era un uomo
impulsivo. Quando Gesù gli volle lavare i piedi, disse: «Tu non mi laverai
mai i piedi!» E subito dopo: «Signore, non
soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!» (Giov.13 6-10).
Il
suo primo impulso era: Quel po
di polvere che cè ai miei piedi non fa niente,
Se non cè nessuno che me li lava, allora,
andiamo a tavola con piedi sporchi, Pazienza!
Immaginiamoci se il mio Maestro si debba scomodare
per una cosa così! Che vergogna sarebbe!
Il
secondo impulso era: Come mai, con i
piedi sporchi non ho nessuna parte col mio Maestro?
Questo è terribile! Se poi lo sporco ai miei piedi
causa la separazione fra Gesù e me, cosa farà lo
sporco sul resto del mio corpo? Gesù, Tu mi devi
lavare tutto quanto! Sono sporco!
Gesù lo porta al giusto
equilibro: «Chi è lavato tutto non ha bisogno
che daver lavati i piedi; è netto tutto quanto».
Sappiamo
qualera la polvere che si era
attaccata ai piedi di Pietro e di tutti gli altri
discepoli: era lorgoglio;
infatti volevano tutti essere il
maggiore.
Quel poco di polvere li aveva
separati da Gesù.
Può
darsi che la stessa polvere si sia
attaccata ai nostri piedi.
Può
darsi che la nostra polvere sia di un altro tipo, ma
è sempre polvere. Può darsi che la stessa
polvere si sia attaccata ai nostri piedi.
Può darsi che la nostra polvere sia di un altro tipo,
ma è sempre polvere.
Quando ce ne accorgiamo,
è probabile che cadiamo in uno degli estremi di Pietro,
secondo i nostri sentimenti e impulsi.
Possiamo negare o rimpicciolire il peccato dicendo
che è una cosa del tutto normale e umana.
Possiamo mantenere questopinione per molto
tempo, ma ad un certo momento ci accorgiamo del muro
fra Dio e noi.
Non
cè più pace. Cominciamo a vedere la vera
natura di ciò che abbiamo fatto, la vera natura di
noi stessi. E poi cadiamo nellaltro estremo.
Ci
chiediamo se è veramente cambiata qualcosa nella
nostra vita.
Non
siamo peccatori come prima? Nonostante tutte le belle
esperienze, che cosa è cambiato in concreto? Siamo
veramente salvati? Siamo veramente di-ventati figli
di Dio? O siamo tuttora fuori?
Cominciamo a dubitare di tutto, e
gridiamo: Gesù, salvami! Sono perduto! Lavami
tutto quanto!
Gesù ci porta al giusto
equilibrio. Ci dice: Sei già stato lavato
tutto quanto col Mio sangue. Sei dentro, non
fuori! Sei tuttora un figlio di Dio; soltanto,
sei stato un figlio disubbidiente.
Lo stesso Mio sangue che
era sufficiente per lavarti da tutto il tuo
passato, basta ora per lavarti da ciò che ti
sporca adesso. Permettimi di lavarti! Sei
Mio. |
5.
Il cammino
nella luce
Dio non vuole che
prendiamo il peccato alla leggera. Non vuole nemmeno
che andiamo di continuo curvi sotto il peso del
peccato.
«Dio è
LUCE». (1 Giovanni 1:5) e
questa luce splendente non sopporta il minimo peccato.
Basta
un po di orgoglio, un po di frustrazione,
un pizzico di preoccupazione per renderci sporchi al
Suo cospetto, e tenebre oscurano il sole nel nostro
cuore.
Però, queste nuvole
nere possono essere tolte nel momento in cui RICONOSCIAMO
di aver peccato. In quello stesso momento, il sangue di
Gesù ci purifica (1 Giovanni 1:7-10).
Come
Pietro dovette togliere i sandali e mettere i suoi
piedi a nudo, permettendo così a Gesù di lavarli,
così noi dobbiamo RIC0NOSCERE
e CONFESSARE a Dio il nostro
peccato.
Dobbiamo dirGli: Sono stato orgoglioso.
Mi sono preoccupato. Ho
mentito.
Basta questo. Allora il
sangue di Gesù ci lava, senza alcun merito o sforzo da
parte nostra. (Salmo 32:3-5).
In
piena fede possiamo sapere di essere perdonati e
purificati. Il sole è ritornato.
Ecco il segreto del cammino nella luce!
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Non soltanto
dobbiamo camminare nella luce con Dio, dobbiamo anche
farlo gli uni con gli altri.
Quante
tenebre ci sono fra i cristiani!
Finché
tutti crediamo di avere ragione, non cambierà mai nulla;
i muri fra noi saranno sempre più alti, gli abissi
sempre più larghi, i cuori sempre più freddi, le chiese
sempre più vuote.
Però, quanto è grande il
refrigerio quando qualche fratello comincia a umiliarsi,
riconoscendo che è stato proprio LUI che ha guastato
tutto, da orgoglioso che era della sua perfetta dottrina,
delle sue belle esperienze e della sua condotta esemplare.
Egli è convinto dallo Spirito Santo con una tristezza
che viene dal cielo. Comincia a stimare gli altri
fratelli più di se stesso e si riconcilia con loro,
confessando il suo torto.
Già,
dove si trova un tale fratello? Sembra che non ce ne
siano più.
6.
Lo specchio
La conca fu fabbricata col rame proveniente dagli
specchi delle donne (Esodo
38:8).
Lacqua
nella conca rispecchia colui che ci guarda dentro.
Infatti, la conca di rame forma un grande specchio.
Anche
lapostolo Giacomo ci parla di uno specchio (Giac.1:22-25).
Questo specchio è la Parola di
Dio, illuminata dallo Spirito Santo, o con altre parole,
la legge perfetta della libertà.
Non dobbiamo correre via dallo
specchio, rattristando così lo Spirito Santo.
Invece, dobbiamo
dare molta attenzione alla Sua voce sottile e farci
convincere del triste stato in cui ci troviamo.
Beato il momento in cui
rimaniamo persuasi! Perché in quel momento, lo
specchio ci fa vedere non soltanto ciò che siamo
in virtù di noi stessi - peccatori
perduti - ma pure ciò che
siamo in virtù di Cristo - peccatori
giustificati e santificati
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Lo stesso Spirito
che prima ci ha convinti di peccato, vuole ora
convincerci di GIUSTIZIA, non la nostra, ma quella di
Cristo, data a noi gratuitamente.
La
stessa acqua che spietatamente ci fa vedere come
siamo, è anche lì presente per lavarci da ogni
impurità.
In seguito, questa stessa acqua
ci rivela la nostra posizione in Cristo come partecipi di
ogni Sua giustizia, perfezione e gloria.
7.
Perchè il
risveglio non viene
Come è già stato detto,
non cè molta gente intorno alla conca.
Sono
parecchi quelli che si sono arresi a Cristo, entrando
così nel cortile; sono parecchi anche quelli che
sono passati dallaltare, accettando il perdono
e la giustizia di Cristo.
Meno
numerosi sono quelli che guardano lentrata del
tabernacolo, con un desiderio intenso di entrare nel
santuario per avere una comunione più intensa con
Cristo.
E
ancora di meno sono quelli che si guardano e si
lavano nella conca.
Tuttavia, è impossibile
entrare nel santuario senza prima passare dalla conca.
Dobbiamo entrare con «un corpo lavato dacqua
pura» (Ebrei 10:22).
Entrare senza essersi lavati può
essere mortale (Esodo 30:20).
Ecco la ragione per
cui ci sono non pochi cristiani spiritualmente morti,
confusi, intrattabili, squilibrati e persino
frenetici e pazzi: hanno ardito
entrare nel santuario senza essersi lavati prima
nella conca. Hanno
fatto delle esperienze bellissime e in seguito sono
rimasti rovinati.
Molti
pregano per un risveglio, ma questo risveglio non
verrà mai se continuiamo a camminare nelle
tenebre.
E anche se crediamo che il risveglio sia venuto,
il risultato di questo risveglio
sarà solo delusione, confusione, disordine e
persino demonia.
Perciò Gioele scrive: «Fra il portico e
laltare (proprio lì cè la conca!) piangano i
sacerdoti, ministri dellEterno» (Gioele 2:17).
E Giacomo ci esorta: «Appressatevi, a
Dio, ed Egli si appresserà a voi. Nettate le vostre mani,
o peccatori e purificate i vostri cuori, o doppi
danimo! Siate afflitti e fate cordoglio e piangete!
Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra
allegrezza in mestizia! Umiliatevi nel cospetto del
Signore, ed Egli vi innalzerà» (Giac. 4:8-10).
La tristezza qui descritta è la
tristezza secondo Dio (2 Corinzi 7:10-11).
Non sono lacrime da coccodrillo, ma è il risultato di
una profonda convinzione dello stato in cui ci troviamo!
È
questa tristezza che rompe il nostro orgoglio, che spezza
il nostro cuore, che ci rivela la pienezza della grazia
di Cristo, che ci riconduce al nostro fratello, che apre
la porta alla vera liberazione e al vero risveglio.
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